Covid: epidemia in corso sottostimata. Ecco come gestire sintomi


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Nonostante il Covid non sia una malattia stagionale, quest’estate siamo di nuovo alle prese con una variante del virus, che torna a far risalire i contagi, la variante Kp3. Ma l’epidemia in corso è “fortemente sottostimata, perché i tamponi non vengono fatti. Ma nei nostri studi medici sono frequentissimi i riscontri dell'infezione".

A lanciare l‘allarme all'Adnkronos Salute è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), in merito al rialzo dei contagi da Sars-CoV-2.

A fare il punto sulle caratteristiche di questa nuova variante e sui sintomi a cui prestare attenzione è Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. La Kp3 appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. Questo significa che, pur essendoci ancora decessi tra le persone più fragili (circa 20 a settimana), la severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus. I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come: febbre; tosse; difficoltà respiratorie; perdita di gusto e olfatto (meno comuni, ma che con questa variante abbiamo visto ripresentarsi). “Le varianti Kp2 e Kp3 continua Pregliasco sono quindi tutto sommato benevole in termini di patogenicità. Questo ci tranquillizza, ma non ci deve fare abbassare del tutto la guardia”. Per quanto riguarda invece il trattamento, molto dipende dalla tipologia di paziente e dalla gravità dei sintomi. “Per i casi gravi sottolinea Pregliasco e soprattutto in pazienti anziani o che presentano altre patologie come diabete o problematiche respiratorie o cardiache, è disponibile in commercio un trattamento antivirale specifico. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, un trattamento con antinfiammatori e qualche giorno di riposo è sufficiente”. La vaccinazione rimane comunque uno strumento cruciale, anche in questa fase in cui il Covid tende a farci meno paura.

Anche Anelli spiega come “oggi il covid fortunatamente è una malattia gestibile che non crea grandi preoccupazioni: una febbre che dura qualche giorno, al massimo una settimana con qualche picco di 10 giorni. Oltre a questo, non va, quindi da un punto di vista generale non c'è una preoccupazione, soprattutto perché non c'è una pressione sugli ospedali in questo momento". L'invito che Anelli rivolge ai cittadini è quello “di sottoporsi al tampone" perché, se il medico sa quale malattia ha il suo paziente, è più facile curarla.

Non dobbiamo demonizzare il fatto che si riprenda a fare i tamponi, perché questo ci aiuta a evitare, per esempio, un uso inutile degli antibiotici; ci aiuta a mirare bene le terapie, ci aiuta a utilizzare anche gli antivirali nei casi di soggetti particolarmente a rischio. E quindi a proteggere i fragili".


xxx Fonte : doctornews
inserito il 21 luglio 2024 (135)
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